Nutrizione · Dimagrimento

I geni dell'obesità

Grazie alle ultime scoperte in ambito biologico molecolare oggi sappiamo che esiste una relazione tra geni e la predisposizione all’obesità.

Gli scienziati che si occupano di Nutrigenetica hanno realizzato un database che descrive e cataloga l’associazione tra un determinato polimorfismo e una specifica alterazione metabolica, obesità compresa.

Con il termine polimorfismo si intendono indicare delle sostituzioni a livello di singoli nucleotidi (SNPs).

Gli SNPs sono variazioni lievi nell’assetto genetico individuale che possono modificare la suscettibilità a sviluppare malattie come l’obesità e la risposta a patogeni, ad agenti chimici, a farmaci, a vaccini e agli alimenti.

Ecco spiegato il motivo per il quale alcuni alimenti che di norma dovrebbero risultare innocui, in alcune persone danno origine a reazioni anomale e improprie.

Il gene FTO (fat mass and obesity associated gene) è stato definito “gene della massa grassa” proprio perché opera come generatore di accumulo di grasso.

Il polimorfismo di questo gene FTO è legato ad un incremento dell’indice di massa corporea (BMI), ad un maggiore rischio di obesità e diabete di tipo 2, ad un incremento dell’introito di cibo (in particolare ricco in grassi) e ad una riduzione del senso di sazietà.

Il gene MC4R invece è implicato nella regolazione dell’appetito e della sazietà, nella regolazione della spesa energetica e nell’omeostasi di glucosio.

Il polimorfismo di questo gene predispone ad un elevato incremento dell’indice di massa corporea, ad un aumento della massa grassa e ad una maggiore predisposizione all’ obesità.

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista

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