Nutrizione · Dieta e Patologie

Infiammazione cronica di basso grado e Cancro: Pre-resolvine le nuove scoperte scientifiche

Recentemente, ho partecipato ad un congresso scientifico in cui si è largamene dibattuto sul ruolo svolto da una condizione di infiammazione cronica di basso grado (Low grade inflammation) nel rischio di sviluppare malattie oncologiche, cardiovascolari e metaboliche.

In questo consesso si è parlato dell’azione anti-infiammatoria svolta dagli acidi grassi essenziali della serie omega3,acido docosaesaenoico (DHA) e acido pentadecanoico (EPA).

Partendo dal presupposto che questi acidi grassi essendo essenziali devono necessariamente venire introdotti attraverso la dieta, nel nostro organismo devono poi venire processati enzimaticamente affinchè possa originarsi un’azione antinfiammatoria che, solo recentemente è stata scoperto, non essere direttamente attribuibile a loro, bensì ad una serie di sostanze che sono state denominate PRO-RESOLVINE (SPMs Specialized Pro-Resolving Mediators).

Gli acidi grassi DHA vengono convertiti in:

  • Resolvine della serie D, Resolvine della serie D, (protectine/neuroprotectine e maresine)

Gli acidi grassi EPA vengono convertiti in:

  • Resolvine della serie E

Gli studi hanno dunque dimostrato che sono queste pro-resolvine sintetizzate a partire dagli acidi grassi omega3 EPA e DHA ad avere un effetto pro-risolutivo svolgendo una importante azione di controllo e risoluzione dell'infiammazione e del dolore cronico ad essa correlato.

Riassumendo, gli SPMs (pre-resolvine) hanno un effetto:

  • antinfiammatorio
  • analgesico
  • immunoregolatore e difensivo

Le pro-resolvine sono dunque attori primari ed essenziali per garantire un decorso fisiologico e controllato del processo infiammatorio e per indurne una naturale risoluzione, orientando il sistema cellulare verso una condizione di omeostasi.

Va ricordato poi, che la produzione di pro-resolvine a partire dagli acidi grassi essenziali viene inibita dai farmaci antinfiammatori inibitori della COX (ciclossigenasi) e/o a base di corticosteroidi (cortisone) i quali, impediscono sia la risoluzione dell’infiammazione, che lo smaltimento dei residui dei prodotti dell’infiammazione con conseguente impedimento al sistema di ritornare nella sua fase omeostatica di equilibrio. Queste condizioni gettano le basi per l’instaurarsi di una condizione di infiammazione cronica di basso grado.

Al contrario, resolvine, protectine e maresine inibiscono l'infiammazione senza interferire negativamente con la risposta immunitaria e sembrano essere sostanze promettenti per il trattamento integrato di patologie oncologiche, allergia, asma, artrite reumatoide e patologie cardiovascolari.

Ricordiamoci che una condizione di infiammazione cronica viene fortemente favorita anche da una dieta di stampo occidentale, la dieta che oggi 9 italiani su 10 conducono sin da bambini, principalmente basata su prodotti raffinati e lavorati industrialmente, ricca in zuccheri e grassi idrogenati.

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista

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