
Meningite: quali strategie protettive oltre la vaccinazione?
Nell’anno appena trascorso caratterizzato dalla pandemia da Covid-19 chiunque ha potuto acquisire la consapevolezza di quanto l’uomo sia fragile e di come la nostra salute possa essere messa a repentaglio quando viene aggredita da forme microbiche patogene, come quella del coronavirus. Il mondo dei microorganismi è vario, complesso e incredibilmente mutevole, per cui la nostra unica arma di difesa è quella di imparare a mantenere in salute il nostro sistema immunitario.
Oggi vi parlerò di un altro microbo, il meningococco, tornato recentemente alla ribalta della cronica per via del riaccendersi di gravi casi di meningite che hanno colpito anche il nostro paese.
Il meningococco è un microorganismo che trova il suo habitat naturale nelle mucose naso-faringee di alcuni individui portatori sani asintomatici che rappresentano circa l’1-30% della popolazione generale. Va precisato che la sua presenza non è direttamente correlata ad un aumento di malattie gravi nei portatori.
Fuori dall’organismo umano questo microbo ha un’emivita molto breve (pochi minuti) e solamente 6 dei sierogruppi noti possono causare meningite e sepsi.
Nel 2016 in Italia si sono avuti 232 casi di malattia invasiva da meningococco, con incidenza di 0,38 casi/100.000 abitanti (0,32 nel 2015), comunque inferiore alla media europea. L’andamento è piuttosto stabile, salvo in Toscana, che ha avuto un aumento di casi tra gli adulti. I decessi per meningite sono stati complessivamente 22.
La domanda che sorge è la seguente: oltre alla vaccinazione possono esserci misure aggiuntive efficaci per prevenire danni e decessi correlabili alle malattie infettive?
In questo articolo vi esporrò i dati della letteratura scientifica che si è occupata negli anni di quantificare i benefici di fattibili interventi comportamentali volti alla riduzione del rischio di sviluppare una malattia infettiva, meningite compresa.
STRATEGIE DIETETICHE
- Aumentare i consumi di cereali integrali: a 200g/die di cereali integrali si associano a riduzione del 30%~ della mortalità totale, ma bastano già 50g/die
- Aumentare i consumi di frutta secca in guscio: con 20-30g/die di noci, mandorle, nocciole o pistacchi si assiste ad una riduzione di 4 volte della mortalità per malattie infettive
- Aumentare i consumi di frutta e verdura: con 800g/die tra frutta e verdura si verifica una riduzione del 30%~ della mortalità
- Ridurre il consumo di alcool: entro 1-2 unità alcoliche al giorno per l’uomo e 1 unità alcolicaal giorno per la donna
- Ridurre il consumo di carni rosse: carni rosse fresche e/o lavorate si associano a maggior mortalità totale e da infezioni
STRATEGIE COMPORTAMENTALI
- Non esporre i bambini (né gli adulti) al fumo passivo, capace di aumentare di 3,24 volte le malattie meningococciche invasive
- Evitare il fumo di tabacco: il fumo aumenta da 2 a 3 volte la mortalità totale rispetto ai non fumatori e aumenta di 2,3 volte la mortalità da infezioni
- Allattare al seno per almeno 6 mesi riduce malattie infettive e morti per polmonite
- Aumentare l’attività fisica: (corsa leggera/moderata, no sforzi eccessivi e strenui) comporta una riduzione oltre il 40%~delle morti da infezioni
- Fare uso appropriato di antibiotici per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza che causa solo nel nostro paese ≈5-7.000 morti/anno
Dr.ssa Monia Senni Biologo Nutrizionista