Nutrizione e gravidanza: nutrirsi bene per crescere bimbi sani
Oggi più che mai i dati della ricerca ci confermano che il tipo di dieta condotta dalla madre durante il periodo gestazionale sia tra i principali fattori determinanti la salute del bambino sia nel breve che nel lungo termine.
Le numerose evidenze scientifiche degli ultimi anni hanno convalidato l’ipotesi avanzata della teoria della “programmazione genetico-nutrizionale”, secondo la quale la qualità e la quantità degli alimenti che la donna introduce quotidianamente possono influenzare l’aumento del rischio di sviluppare anche nella vita adulta del loro bambino, una serie di importanti patologie quali diabete, obesità, malattie cardiovascolari, ipertensione.
Durante la gravidanza, inoltre, mutano sensibilmente i fabbisogni di alcuni nutrienti ed è importante conoscerne le variazioni per riuscire a soddisfare le esigenze quotidiane sia della mamma che del feto.
Ad esempio, il fabbisogno di proteine in gravidanza risulta essere superiore rispetto ad altri periodi della vita di circa un 10%.
Anche le esigenze di alcuni tipi di vitamine risultano essere superiori come accade per le vitamine A (70µg/die), C (70mg/die) e per l’acido folico (400-660µg/die).
Per non parlare del fabbisogno giornaliero di alcuni tipi di minerali e oligoelementi come nel caso del ferro (30mg/die), del calcio (1.200mg/die) e dello iodio (150µg/die). Per comprendere l’importanza di questi minerali ad esempio, una carenza di iodio in gravidanza può determinare cretinismo con conseguente ritardo mentale.
Risulta dunque indispensabile programmare una dieta bilanciata sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo per evitare di esporre sia la madre che il bambino ad insulti di tipo nutrizionale potenzialmente pericolosi per la salute di entrambi.
Dr.ssa Monia Senni, Biologa Nutrizionista